Italia Nostra e Cittadini Area Fiorentina: grandi opere sempre in azione

Italia Nostra Onlus
Cittadini Area Fiorentina
Comitati dei Cittadini – Firenze

La sindrome delle “grandi opere” colpisce ancora
Palazzo Pitti vs Angiolo Mazzoni

Chiediamo a tutti di partecipare firmando la petizione cliccando qui.
Secondo quanto afferma il notiziario della Regione Toscana, confermato da un articolo di Sandro Bennucci sulla “Nazione” del 7 maggio, nella Conferenza dei servizi per l’Alta velocità tenutasi a Roma il 6 maggio scorso, la Soprintendenza ha espresso parere favorevole alla demolizione di un edificio facente parte del complesso della Centrale termica progettata e realizzata nel 1932-34 dall’arch. Angiolo Mazzoni. La Soprintendenza ha cancellato il vincolo stabilito nel 2004 dal Codice dei beni culturali, rendendosi così partecipe di una mutilazione che non può trovare giustificazione in alcuna motivazione funzionale o causa di forza maggiore.
Uno degli effetti della sindrome delle “grandi opere” (con annessi “grandi affari” con danaro pubblico) è anche lo smantellamento delle regole più elementari della tutela del patrimonio storico, artistico, ambientale. Il caso della Stazione dell’alta velocità a Firenze è esemplare degli atteggiamenti altalenanti, se non contraddittori, dell’Autorità di tutela. Nel 1999, in nome di un vincolo di tutela (ai sensi della Legge 1089/39 con notifica del 3.04.1992 “Immobili costituenti la stazione di Santa Maria Novella nel suo complesso”) esistente sulla palazzina d’angolo fra viale Belfiore e Viale Redi, realizzata dall’arch. Mazzoni nel complesso dell’area della Squadra rialzo, edificio giunto ai nostri giorni già profondamente manomesso da una sopraedificazione e ricostruzione dell’ultimo dopoguerra, il primo progetto di Stazione AV, elaborato da Bruno Zevi, veniva bocciato proprio per non aver tenuto conto di quel vincolo.
Negli anni successivi viene dato il nulla osta alla realizzazione del secondo sottopasso fra Fortezza e Viale Belfiore che modifica profondamente l’angolata di raccordo fra i binari e l’area della Squadra di rialzo; si approva inoltre anche la nuova Stazione Foster che di fatto distrugge in gran parte l’area degli ex Macelli, una delle più preziose testimonianze della Firenze ottocentesca disegnata dal piano Poggi. Oggi si autorizza una nuova manomissione del comparto tecnologico della Stazione di S.M. Novella concepito unitariamente da Angiolo Mazzoni.
Vorremmo ricordare a questo proposito che, secondo la normativa vigente, la conservazione di un bene culturale consiste nella conservazione della sua consistenza fisica, e certamente questo vale per un monumento nella sua globalità di parti e articolazioni.
Il complesso della Centrale termica e della Cabina apparati centrali della Stazione di S. M. Novella è infatti riconosciuto dalla critica come uno dei maggiori esempi dell’architettura degli anni Trenta. Questo edificio di stampo futurista, ispirato anche dalle contemporanee architetture dell’espressionismo e del costruttivismo, ha assunto nel tempo un ruolo di oggetto di riferimento (landmark), come dimostrano successive esperienze architettoniche nelle adiacenze.
La demolizione della palazzina di via Cittadella non interessa l’edificio principale ma è comunque un ulteriore passo verso la distruzione di ciò che rimane del percorso tematizzato “mazzoniano”, lungo quasi un chilometro, che partendo dall’area della Squadra di rialzo (viale Redi – viale Belfiore) comprende i cavalcavia, la Centrale termica, la Cabina apparati centrali, la mensa del DLF e le muraglie di contenimento del piano del ferro, giungendo fino a via Alamanni.

Insieme al quasi totale disfacimento del complesso degli ex Macelli (già attuato) i gravi errori di collocazione urbanistica della Stazione Foster e la conseguente necessità di correggerli a posteriori stanno provocando un disastro dopo l’altro.
La demolizione di questo annesso, secondo quanto si afferma nel comunicato della Regione, servirebbe a favorire il collegamento ferroviario con S. Maria Novella. Che si tratti del people mover (proposto dal Comune) o di una navetta ferroviaria (proposta da RFI), il risultato non cambia. Viene anche da chiedersi che tipo di paesaggio urbano risulterà alla fine, dato che l’intervento si affiancherebbe al secondo sottopasso stradale, all’interramento del viale e al macchinoso passaggio della Linea 2 della tranvia (che esce dal portone dell’altra palazzina del Mazzoni, paradossalmente ancora vincolata, all’angolo col viale Redi).

La situazione attuale del viale Belfiore con il nuovo sottopassaggio stradale (a sinistra), che ha alterato (malamente) il profilo orginario

Il nuovo Assessore regionale alle Infrastrutture e alla mobilità, Luca Ceccobao, ha chiesto di procedere spediti, confermando l’impressione dell’esistenza di forti contraddizioni, tra novità e conservazione, nella nuova Giunta Regionale guidata da Enrico Rossi.   Riservandoci di ritornare sull’argomento una volta visto il progetto, facciamo appello all’opinione pubblica, al mondo della cultura e degli specialisti, perché sia impedita questa NUOVA MUTILAZIONE DI UN RILEVANTE BENE STORICO E CULTURALE
Giovedì 6 maggio si è tenuta a Roma la conferenza dei servizi per realizzare il collegamento spola, lungo circa 1,3 km, tra la nuova Stazione dell’Alta Velocità, progettata da Norman Foster, e la Stazione di Santa Maria Novella di Firenze. Al fine di realizzare una “fermata intermedia” del collegamento stesso, nella riunione è stata presa l’infelice decisione di demolire l’edificio destinato originariamente alla “pompatura” collegato alla “Centrale termica e cabina apparti centrali”, che costituiva uno dei due “progetti moderni” (l’altro era il fabbricato dei servizi accessori lungo via Alamanni) del complesso ferroviario di S.M. Novella progettato da Angiolo Mazzoni: il principale interprete della modernizzazione dell’architettura ferroviaria iniziata proprio con il concorso nazionale per il fabbricato viaggiatori fiorentino, architetto capace di declinare il nuovo repertorio formale nella maggior parte delle principali stazioni costruite in Italia nel corso degli anni Trenta. Nella centrale termica Marinetti nel 1933 sulle pagine di “Futurismo” aveva elogiato: la “scala spiralica in ferro che a una data altezza si muta in passerella orizzontale per raggiungere la prima bocca di fumo e da quella le altre” formando così una elegante passeggiata metallica nel vuoto, che agilizza tutto l’edificio e richiama per la sua vaporosità “atmosferica, certe volubili ed elastiche musiche di Debussy”; nel 1935 Giacomo Devoto sulla testata fiorentina “Il Bargello” aveva considerato la centrale termica: “la più perfetta, più complessa e completa, la più bella che esista in Italia e forse in Europa”.Nonostante l’opera mazzoniana sia vincolata secondo il Codice dei beni culturali del 2004, la Soprintendenza ha svincolato l’edificio della “pompatura” dalla “centrale termica e cabina apparati centrali”, favorendo così la scelta progettuale di RTI che, prevedendone la demolizione, rappresenta un attentato alla integrità del complesso di Mazzoni.Questi sono i dati riportati sulle cronache locali dei quotidiani e pubblicati in un comunicato stampa della Regione che, a seguito di un chiarimento, ha inviato una e-mail con foto e una breve motivazione: “in allegato la foto dell’edificio attiguo alla ex centrale termica la cui ipotizzata demolizione consentirebbe una migliore ubicazione della fermata intermedia del collegamento in oggetto da sviluppare nella progettazione definitiva dell’intervento”. In sostanza sarà demolito l’ex fabbricato di “pompatura” al fine di realizzare una fermata intermedia come stabilito da Regione, Provincia e Comune di Firenze, Campi Bisenzio, Signa, Scandicci, la Provincia di Firenze, RFI, Italferr, l’Autorità di bacino, ADF, ed i Ministeri di infrastrutture e trasporti, ambiente e beni culturali. La questione sostanziale è che al posto dell’edificio mazzoniano troveranno sede le strutture necessarie per realizzare una fermata del collegamento con la probabile esecuzione di pensiline industriali e quant’altro necessario a deturpare definitivamente l’immagine e l’integrità del paesaggio architettonico della “centrale termica e cabina apparati centrali”: una delle più significative architetture ferroviarie del XX secolo di Firenze e d’Italia, riconosciuta tale da una ricca letteratura internazionale.Una “fermata intermedia” in un’area priva di possibilità di parcheggio con problemi di congestione viaria e con scarsa mobilità pedonale lascia trasparire un progetto privo di intelligenza urbanistica, di logica funzionale e sensibilità architettonica. Curiosamente, nello stesso giorno della scellerata decisione, il 6 maggio, sono state consegnate le “chiavi della città” all’architetto portoghese Alvaro Siza Riviera nel Salone de’ Dugento di Palazzo Vecchio; da una mano si elargiscono onorificenze e dall’altra si smembra con il cieco “piccone demolitore” del XXI secolo una delle infrequenti architetture ferroviarie futuriste italiane. Questo è l’ennesimo segnale di una Firenze ormai nel vortice di un sistema obsoleto di meccanismi che si intrecciano ai soliti tornaconti politico-economici, che hanno compromesso il volto della città: oggi al centro delle cronache giudiziarie locali e nazionali.Questo è l’ennesimo affronto a una città ricca di storia, ma incapace di programmare la propria contemporaneità, e le ultimissime vicende locali sono un segno tangibile di una visione parziale non solo dello sviluppo di Firenze, del rispetto delle architetture “non rinascimentali”, ma soprattutto del degrado di un “modus operandi” che ormai coinvolge il paese a tutti i livelli.

CHIEDIAMO A TUTTI DI PARTECIPARE FIRMANDO LA PETIZIONE

Lascia un commento