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Italia Nostra Valdichiana: soddisfazione per il parere negativo del Consiglio di Stato sul ricorso di Powercrop

Italia Nostra Sezione Valdichiana, 20/04/2016

Italia Nostra Sezione Valdichiana è soddisfatta del parere negativo del Consiglio di Stato in merito al ricorso presentato da Powercrop S.r.l. e Eridania – Sadam Srl per la realizzazione della mega centrale a biomasse che avrebbe avuto impatti devastanti su gran parte della Valdichiana sulle sue colture e sul suo paesaggio, in tal modo l’Ambiente viene salvaguardato e rispettato.
Non bisogna dimenticare il grande lavoro svolto con impegno e dedizione dai vari comitati e associazioni che sono stati insieme a noi i precursori dei pericoli che tali impianti rappresentano nei confronti dell’ambiente e della salute dei cittadini. Comitati e associazioni che hanno portato avanti la volontà di una gran parte della popolazione la quale aveva espresso il suo “no” grazie anche a una raccolta di firme.
Vincere più battaglie non vuol dire aver vinto la guerra, la vigilanza e l’attenzione continueranno a essere operose, evitare danni all’ambiente e alla salute rimane l’obiettivo e lo scopo principale della nostra associazione. La proliferazione di tante piccole centrali nel nostro territorio rappresenta un pericolo reale d’inquinamento ambientale che va ad intaccare il nostro ecosistema.
Ringraziamo Italia Nostra Regionale e Nazionale per l’intervento in sede di Inchiesta Pubblica e per l’appoggio continuo da parte di tutti coloro che ci hanno supportato nel corso dei vari anni che ci sono voluti per concludere questa vicenda.
Italia Nostra Valdichiana
MariaritaSignorini Presidente regionale di Italia Nostra Toscana

Rassegna stampa:

Energia alternativa – sentenze Tar su nuove centrali

Fonte: Italia Nostra, Ufficio Stampa 06/03/2015

Biomasse: il Tar della Toscana boccia la centrale di Castiglion Fiorentino, il Tar dell’Emilia Romagna autorizza invece la centrale di Russi, a due passi da una delle più belle e imponenti residenze nobiliari estive di tutta la Romagna. Il Tar del Lazio ferma la costruzione della centrale a carbone a Saline Joniche in Calabria.

Castiglion Fiorentino (Arezzo)

Questa è la distanza e la vista della centrale (ora sono gli edifici dell’ex zuccherificio Sadam) che sarà costruita a 150 m da Villa San Giacomo

Italia Nostra accoglie con grande soddisfazione la sentenza con cui il TAR Toscana ha bloccato il progetto di un mega-impianto a biomasse da 55 MW nel Comune di Castiglion Fiorentino da parte della PowerCrop del gruppo Maccaferri nell’ex-zuccherificio Eridania Sadam. Nelle motivazioni della sentenza il Giudice si è soffermato sugli aspetti riguardanti l’impatto ambientale dell’intervento, mettendone in risalto la criticità con riferimento particolare all’aspetto paesaggistico, al consumo del territorio e al rendimento energetico, tutti di tale rilevanza da rendere impossibile la realizzazione dell’intervento. Il Giudice Amministrativo ha rigettato anche le ulteriori contestazioni relative alla presunta qualità degradata delle aree interessate dall’intervento nonché all’utilità dell’impianto: quanto a quest’ultimo aspetto, il TAR ha infatti chiaramente affermato la complessiva irrazionalità della scelta di localizzazione in un’area che avrebbe richiesto la necessità di ulteriori linee elettriche, rendendo aleatoria, appunto, l’utilità dell’impianto di teleriscaldamento. Italia Nostra nazionale, che ha messo a disposizione l’avvocato per patrocinare il comune di Castiglion Fiorentino contro il ricorso della PowerCrop presso il TAR della Toscana, La la sezione di Castiglion Fiorentino di Italia Nostra, supportata dal consiglio regionale con Maria Rita Signorini, la Provincia di Arezzo e cittadini, sottolineano l’importanza dell’azione svolta da quanti, sin dal primo momento, si sono battuti contro un progetto che niente aveva a che fare con la bellezza di queste colline, classificate come aree agricole di grande pregio.

Russi di Romagna (Ravenna)
Di segno contrario, purtroppo, è la sentenza del TAR Emilia Romagna che ha rigettato il ricorso presentato contro la Direzione Regionale per impedire la costruzione di un’altra mega-centrale a biomasse di 30MW a Russi di Romagna in provincia di Ravenna, nell’ex zuccherificio Eridana sempre della PowerCrop del gruppo Maccaferri. Il ricorso è stato presentato a tutela del complesso architettonico “Villa Rasponi e Chiesa di San Giacomo”, una delle più belle e imponenti residenze nobiliari estive di tutta la Romagna, costruito per volere dei conti Rasponi di Ravenna, fra il XVI e il XViI secolo.
Il ricorso puntava a scongiurare la costruzione e l’esercizio del Polo energie rinnovabili in un’area limitrofa (150 metri!!) al complesso monumentale, ottenendo delle misure di tutela indiretta più rigorose e stringenti. Ebbene, con un certo disappunto siamo costretti a prendere atto che il Giudice Amministrativo ha ritenuto legittimo l’operato dell’Amministrazione (“esasperando” forse il principio della discrezionalità amministrativa) e in particolare il radicale ridimensionamento delle prescrizioni di tutela, di fatto consentendo la realizzazione dell’impianto bio-gas e biomasse a ridosso del complesso.
Italia Nostra vuole, nell’occasione, sottolineare come nel nostro Paese la costruzione di centrali a biomasse registri una forte crescita a causa degli ingenti incentivi riservati a questa produzione, con il meccanismo dei certificati verdi, essendo state incluse le biomasse tra le fonti energetiche rinnovabili per una presunta riduzione delle emissioni di gas serra, se queste sono usate come combustibile. Accurati studi scientifici, invece, dimostrano che l’immissione nell’ambiente di quantità non trascurabili di numerosi macro e micro inquinanti prodotti dalle centrali non solo hanno effetti potenzialmente pericolosi per la salute della popolazione esposta ma possono anche, in modo rilevante, ridurre la produzione agricola ed essere incompatibili con gli obiettivi di una produzione agricola e alimentare di alta qualità.

Saline Joniche (Reggio Calabria)
Il pronunciamento del TAR Lazio, che ha accolto il ricorso proposto da Italia Nostra, dopo quelli presentati dalla Regione Calabria e da varie associazioni ambientaliste, contro il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri e la valutazione d’impatto ambientale per la costruzione della centrale a carbone a Saline Joniche, perché viziato da evidenti irregolarità e forzature, rappresenta un passo importante verso la scrittura della parola fine sulla vicenda relativa alla costruzione della centrale elettrica a carbone a Saline Joniche, terra già oltraggiata dalle vergognose vicende della “Liquichimica” e delle “Officine grandi riparazioni”.
Dopo lo scampato pericolo di inquinamento di un area a forte vocazione turistica e ambientale la nostra associazione, concordemente con il Touring Club e FAI Reggio Calabria, ritiene che sia adesso necessario progettare interventi che mirino al rilancio dell’area stessa come attrattore turistico e naturalistico di prima grandezza. A tal fine invita il comune di Motta San Giovanni, l’Amministrazione provinciale di Reggio Calabria e la Regione Calabria ad aprire un tavolo tecnico per l’avvio di tutte le attività finalizzate all’individuazione di un progetto complessivo per l’intera area, che ponga particolare attenzione al grave e preoccupante fenomeno di erosione delle coste che interessa il litorale Jonico della Provincia di Reggio Calabria, anche attingendo ai fondi comunitari 2014 – 2020.

Centrale a biomasse Power Crop levata di scudi da sinistra

Fonte: Corriere di Arezzo, 21.10.2011

Castiglion Fiorentino Reazioni all’accelerazione per il via libera all’impianto.
Fds: “Power Crop arrogante con Regione, Provincia e territorio”.

Area dismessa – La superficie dove fino a qualche anno fa sorgeva
lo zuccherificio della Sadam

Il primo altolà al progetto per la centrale a biomasse di Manciano/Poggio Ciliegio, arriva da sinistra. Il giorno dopo l’avvio del procedimento col quale Power Crop accelera per la realizzazione dell’impianto nella zona a suo tempo individuata, lungo la provinciale della Misericordia, tra Manciano e Poggio Ciliegio, interviene con una nota la Federazione della Sinistra (Prc Pdci), lista Sinistra per Arezzo. “L’evidente forzatura, istituzionale e non solo, concretizzata dalla PowerCrop con la presentazione della domanda di assoggettabilità alla procedura di VIA per la costruzione dell’inceneritore a biomasse a Poggio Ciliegio – si legge in una nota – dimostra una certa arroganza, con la quale tutte le potenti multinazionali dell’era moderna si rapportano con un territorio sul quale vogliono fare profitti ma che non è di loro proprietà: non può intendersi altro che così, infatti, quando siamo di fronte a questi elementi”. Ed ecco, articolato in tre punti, il ragionamento della sinistra. “Punto primo. In occasione del documento approvato dal Consiglio Regionale il 20.7.2011, avente per oggetto la riconversione dell’ex zuccherificio e l’eventuale localizzazione della centrale, il Presidente Rossi afferma testualmente che “Se noi pensiamo che l’insediamento debba essere fatto nell’area ex Sadam, come sarebbe stato giusto fin dall’inizio, noi siamo pronti a dare il nostro supporto”. Con il blitz della richiesta di localizzazione a Poggio Ciliegio, si fa spregio della volontà della Regione Toscana – sostiene la Fds – e si denota insensibilità istituzionale”. Punto secondo: “La Legge della Regione Toscana n. 11/2011, recante ‘Disposizioni in materia di installazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili di energia‘, all’art. 7 stabilisce che le Province devono procedere alla perimetrazione delle aree agricole di particolare pregio paesaggistico/ambientale, da escludere per l’installazione di impianti (fotovoltaici, ma – per analogia ed anzi a maggior ragione perché più impattanti per la salute e l’ambiente – anche quelli a combustione): la Provincia ha inserito Poggio Ciliegio in tale perimetrazione, ritenendola non adatta ad ospitare tali installazioni. Altro spregio, quindi, questa volta nei confronti della Provincia”. Punto numero 3: “A più riprese – prosegue la sinistra – il Sindaco di Arezzo, che si ritroverebbe l’inceneritore (o centrale che dir si voglia) a biomasse dietro l’uscio di casa, ha manifestato giustamente ferma contrarietà a tale ipotesi (anche perché i cittadini residenti a Poggio Ciliegio vivrebbero lo stesso dramma di quelli di San Giovanni rispetto a Podere Rota, che insiste nel Comune di Terranuova, cioè si sorbiscono il disagio della discarica e nessuna compensazione in cambio becchi e bastonati). Ultimo “dispetto” – perciò – a Fanfani. Ma forse – conclude la nota della Federazione della sinistra – lo spregio peggiore è quello nei confronti della Valdichiana tutta, meravigliosa terra caratterizzata dal buon vivere e da colture ed allevamenti con marchi di qualità, che sarebbe irrimediabilmente compromessa da uno stabilimento insalubre che utilizza la combustione come modalità operativa.”

Ex-Sadam, Powercrop ha depositato il progetto per la riconversione

Fonte: Valdichianaoggi

Nota ufficiale dell’azienda che propone il progetto per il nuovo
Polo a energie rinnovabili

Con la presente nota, PowerCrop ribadisce la propria volontà di dare piena attuazione agli accordi sottoscritti con le Istituzioni e le Organizzazioni Sindacali e pertanto, conformemente a quanto previsto dalla normativa regionale vigente, informa che  in data 19 ottobre 2011 sono stati pubblicati sulla Gazzetta Regionale e sugli albi pretori di Castiglion Fiorentino ed Arezzo gli avvisi relativi alla sua domanda di assoggettabilità  alla procedura di VIA per il progetto di costruzione del Polo a Energie Rinnovabili di Castiglion Fiorentino.
Il sito proposto risponde pienamente ai criteri di compatibilità ambientale e valorizzazione del territorio, come risulta chiaramente dalla documentazione depositata e a disposizione di ogni cittadino.

Ex Sadam: esterrefatti dalle parole del segretario regionale Cisl

Fonte: ArezzoWeb, 16 giugno 2011

Dichiarazione di Monica Sgherri Capogruppo Regionale di “Federazione della
Sinistra – Verdi” e Marco Manneschi Consigliere Regionale “Italia dei Valori”

Castiglion Fiorentino – “Rimaniamo esterrefatti dei giudizi del segretario generale della Cisl toscana Riccardo Cerza comparsi sugli organi di stampa locale sulla vicenda dello zuccherifico ex Sadam secondo cui la Regione sarebbe “impiccata a equilibri politici interni” che “ancor una volta paralizzano la Toscana”.
Esterrefatti non solo per il giudizio generalizzato di paralisi sull’intera Toscana – giudizio alquanto ingeneroso visto l’impegno continuo e quotidiano che questa Regione promuove in merito a tutte le gravissime vertenze che si sono aperte, e non certo per colpa della inerzia locale quanto per una crisi economica che attanaglia tutta l’Italia e di cui un segretario di un sindacato così importante dovrebbe essere a conoscenza – ma anche perché c’è stata e c’è, e la riconfermiamo oggi, la ferma volontà e l’impegno a trovare una soluzione positiva per le numerose realtà colpite dalla crisi a partire da quella dei lavoratori dell’ex zuccherificio Sadam.
Ed è proprio in questa ottica che prendiamo in seria considerazione tutte le ipotesi che vogliano risolvere la questione dei lavoratori ex Sadam., certo nell’obiettivo, in un’area agricola paesaggisticamente così bella ed integra, di coniugare la questione occupazionale con lo sviluppo ambientalmente sostenibile .
Sorge il dubbio che toni e giudizi così duri su questa vicenda possano essere spinti più dalla priorità di sostenere un progetto immobiliare, fortemente invasivo e divoratore di territorio, piuttosto che trovare la giusta e attesa soluzione occupazionale dei lavoratori dell’ex zuccherifico Sadam, rispettosa del contesto territoriale”.
Monica Sgherri Capogruppo Regionale di “Federazione della Sinistra – Verdi”
Marco Manneschi Consigliere Regionale “Italia dei Valori”

Italia Nostra Valdichiana e gli interrogativi sull’area ex-Sadam

Fonte: Arezzo Notizie.it, 26 Aprile 2011

Ha scritto una lettera aperta alla Regione Toscana, alla Provincia di Arezzo, al Comune di Castiglion Fiorentino, alla USL n° 8 – Ufficio di Camucia e al comando della Guardia Forestale. La lettera a firma di Mariarita Signorini consigliere nazionale d’Italia Nostra vuole cercare di comprendere meglio la situazione dell’area ex Sadam. La lettera viene riportata integralmente qui a seguire:
“La sezione Italia Nostra Valdichiana ritiene di dover manifestare ancora la propria preoccupazione per la situazione, tuttora poco chiara, della bonifica dei terreni dell’ex-zuccherificio.
Ciò facendo, riteniamo di interpretare il pensiero della collettività Castiglionese, preoccupata per quello che sarà l’uso e la destinazione dei terreni in questione.
Ci sembra che gli ultimi avvenimenti, che hanno portato al sequestro da parte della Magistratura di tre ettari e mezzo di terreno, dove è stata trovata una discarica abusiva, confermino la necessità, senza con ciò voler creare allarmismi, di affrontare il problema della bonifica con determinazione e chiarezza.
Non si conosce ancora la tipologia dei rifiuti rinvenuti in detta discarica e pertanto occorre attendere il completamento dell’indagine, però è certo che la discarica c’è ed è stata chiaramente predisposta in maniera abusiva e con l’intenzione di nasconderla.
Siamo sicuri che non ce ne siano altre nella zona?
La società Maccaferri, proprietaria dei terreni, nell’ambito degli accordi con la Comunità Europea, che hanno portato alla chiusura dello zuccherificio, si è assunta l’obbligo di bonificare il sito e questo obbligo, a nostro avviso, permane anche se sul sito non si dovesse realizzare alcun progetto.
Vogliamo puntualizzare che per bonifica del sito non si intende soltanto la demolizione dei fabbricati e lo smaltimento dei relativi materiali di risulta bensì, cosa molto più importante, la bonifica del terreno, che deve essere riportato ad una condizione adatta all’uso cui sarà destinato.
Mentre per le particelle destinate, secondo il vigente strumento urbanistico comunale, ad un uso industriale, la situazione sembrerebbe di relativa tranquillità, la stessa cosa non può dirsi di quelle destinate ad uso verde/residenziale.
Questo è quanto si ricava dai documenti che il Comune ci ha consentito di consultare, in particolare dalla relazione conclusiva dell’ARPAT del 30 Settembre 2010, sulla base della quale la Provincia di Arezzo (Ufficio Gestione Rifiuti e Bonifica Siti Inquinati), in data 19 Novembre 2010, ha emesso la “Certificazione liberatoria di mancata necessità di bonifica, limitatamente a porzione del sito”, prescrivendo alla società di provvedere a quanto necessario, sulla base delle vigenti norme di legge, per le restanti porzioni.
Domande:
E’ stato approntato un progetto esecutivo degli interventi da realizzare?
E’ stata valutata l’opportunità di inserire in questo progetto anche gli interventi che dovessero risultare necessari in conseguenza dei recenti ritrovamenti, che hanno portato al sequestro del terreno?
In definitiva, è possibile che dopo tanto indagare e discutere, si passi finalmente ad una fase operativa che abbia l’obiettivo di eliminare dall’area ogni traccia, anche visiva, della passata presenza dello zuccherificio?”